L’acidità di stomaco, conosciuta anche come iperacidità gastrica, è un disturbo frequente che può manifestarsi in forma acuta o cronica e compromette il benessere dell’intero apparato digerente. Si presenta in forma di bruciore localizzato nella parte alta dell’addome o dietro lo sterno, accompagnato da reflusso gastroesofageo, gonfiore, eruttazioni, nausea, vomito e talvolta tosse. Ma quali sono le cause e soprattutto, come possiamo contrastarla?
Il pH nello stomaco: un equilibrio delicato che influenza digestione e benessere
Non tutti sanno che il pH dello stomaco, cioè il livello di acidità dei succhi gastrici, è un parametro fondamentale per garantire una digestione efficace e per difendere il nostro organismo dagli agenti patogeni. L’acido gastrico, infatti, ha un pH compreso tra 1 e 2: si tratta di un liquido estremamente acido, secondo solo all’acido delle batterie in termini di forza. Questa composizione, basata principalmente su acido cloridrico (HCl), consente allo stomaco di disgregare anche gli alimenti più complessi e fibrosi, favorendo così l’assorbimento dei nutrienti nell’intestino.
Tuttavia, quando questo equilibrio si altera, con una secrezione eccessiva o insufficiente di acido, possono comparire sintomi come bruciore, gonfiore, nausea, fastidio nella zona alta dell’addome e dolore retrosternale, segnali di un disagio che spesso ha origine da cause ben precise. Scopriamo ora quali sono i principali fattori che possono favorire l’insorgenza dell’acidità di stomaco.
Cause principali e fattori scatenanti
Le cause dell’acidità gastrica possono essere molteplici e comprendono tanto fattori fisiologici quanto abitudini errate. Tra i principali vi sono:
- Stress e ansia: possono alterare la produzione dei succhi gastrici e rallentare il processo digestivo.
- Dieta sbilanciata: un eccesso di fritti, grassi, alcolici, bevande zuccherate e alimenti acidi come agrumi e pomodori irritano la mucosa gastrica e possono contribuire all’erosione della mucosa stessa.
- Uso frequente di farmaci, soprattutto FANS (antinfiammatori non steroidei)
- Infezione da Helicobacter pylori, responsabile anche di gastrite e ulcera duodenale
- Gravidanza, che per effetto del progesterone e dell’ingrandimento dell’utero può favorire il reflusso
Non è raro che questi sintomi si intensifichino durante la notte o dopo pasti abbondanti, causando indigestione, flatulenza, mal di gola, difficoltà di deglutizione e sensazione di pesantezza.
Diagnosi e trattamenti
Sebbene spesso l’acidità sia un disturbo occasionale, la sua persistenza potrebbe indicare condizioni più serie come gastrite cronica, ulcera gastrica, patologie infiammatorie o malattie del tratto esofageo. In questi casi è importante consultare uno specialista (come un gastroenterologo) che potrà per una visita approfondita e per richiedere esami specifici, come la gastroscopia o il test del respiro (Breath test). Tutto ciò allo scopo di formulare una corretta diagnosi e individuare la terapia più adatta.
In presenza di condizioni croniche, possono manifestarsi complicazioni come anemia da carenza di ferro, legata a microemorragie gastriche. Talvolta, oltre agli antiacidi, si ricorre agli inibitori della pompa protonica o ad altri medicinali per ridurre la secrezione acida e proteggere la mucosa. Questi trattamenti includono anche gli antagonisti dei recettori H2 (come la ranitidina o la famotidina), che agiscono inibendo la produzione di acido gastrico, e farmaci citoprotettori, come il sucralfato, che formano una barriera protettiva sulla mucosa. Nei casi in cui vi sia una risalita frequente del contenuto gastrico fino alla bocca, possono essere prescritti procinetici per migliorare lo svuotamento dello stomaco. È fondamentale che tali terapie siano sempre valutate e personalizzate da specialisti, anche per monitorare gli effetti a lungo termine e l’eventuale necessità di indagini diagnostiche periodiche.
Rimedi naturali
Accanto ai farmaci, esistono rimedi naturali molto efficaci, in particolare se si tratta di episodi sporadici o legati allo stile di vita. Alcuni integratori a base di estratti vegetalipossono favorire il benessere digestivo:
- Estratti vegetali di liquirizia: utili per proteggere e rigenerare la mucosa gastrica, hanno un’azione lenitiva e antinfiammatoria
- Aloe vera:esercita un effetto emolliente sulla mucosa dell’intestino
- Melissa: nota per le sue proprietà rilassanti, è utile in caso di disturbi gastrici legati ad ansia e tensione nervosa
- Boswellia: ha un effetto antinfiammatorio naturale, indicata per contrastare le infiammazioni a livello gastrointestinale
- Carbonato di calcio e bicarbonato di sodio: neutralizzano l’acido cloridrico in eccesso, alleviando rapidamente l’acidità
Questi ingredienti naturali possono essere assunti prima o dopo i pasti, contribuendo in modo delicato ma efficace al benessere gastrico e alla prevenzione del reflusso.
Alimentazione e stile di vita: la base della prevenzione
Modificare le abitudini alimentari è spesso il primo passo per prevenire e controllare l’acidità di stomaco. Ecco alcune regole semplici ma fondamentali:
- Preferire cotture leggere, per facilitare la digestione
- Evitare combinazioni complesse (es. proteine diverse nello stesso pasto)
- Mangiare lentamente e in porzioni moderate
- Fare 5 piccoli pasti al giorno, evitando lunghi digiuni o abbuffate
- Non sdraiarsi subito dopo i pasti
- Mantenere una routine giornaliera con orari regolari
Tra gli alimenti consigliati troviamo:
- Carciofi. Ricchi di vitamine e sali minerali, sono facilmente digeribili e indicati in caso di acidità di stomaco.
- Finocchi.Apportano fibre, vitamine e sali minerali. Aiutano a ridurre gonfiore e pesantezza, favorendo la digestione e l’eliminazione dei gas intestinali. Possono essere consumati sia crudi che lessati.
- Riso.Altamente digeribile, ha un effetto blandamente tampone sull’eccesso di acidi nello stomaco.
- Frutta dolce non acida, come banane, mele e pere. È generalmente ben tollerata e utile per lenire la mucosa gastrica.
- Pesce magro e carni bianche.Cucinati in modo semplice (al vapore, alla griglia o al forno), sono ben digeribili e poveri di grassi irritanti.
- Uova. Consumate in modo semplice, ad esempio sode o in camicia, possono rappresentare una valida fonte proteica nei periodi di sensibilità gastrica.
- Legumi passati (ad es. in vellutate o zuppe) per ridurre il rischio di meteorismo.
- Olio extravergine di oliva a crudo e ottenuto da spremitura a freddo.
Sono invece da limitare tutti i cibi che rallentano la digestione come:
- Fritti: comportano lunghi tempi di digestione e possono irritare la mucosa gastrica, aumentando il rischio di acidità e gonfiore addominale.
- Formaggi grassi:ricchi di lipidi e spesso fermentati, possono stimolare un’eccessiva produzione di acido e rallentare lo svuotamento dello stomaco.
- Dolci elaborati. Spesso contenenti panna, creme e zuccheri raffinati, affaticano il sistema digerente e possono accentuare i sintomi di una cattiva digestione (dispepsia).
- Bibite gassate: oltre a provocare gonfiore e flatulenza, aumentano la secrezione gastrica e possono compromettere la tenuta del cardias, facilitando la risalita degli acidi.
- Alcolici:irritano la mucosa dello stomaco, alterano la produzione di succhi gastrici e interferiscono con i naturali meccanismi di protezione, aumentando il rischio di gastrite e pirosi.
- Alimenti acidi, come agrumi, kiwi e pomodori. Possono peggiorare l’acidità di stomaco, soprattutto se consumati a digiuno o in grandi quantità.
- Spezie piccanti: possono irritare la mucosa gastrica e rallentare la digestione, favorendo l’insorgenza di bruciore e reflusso.
L’acidità di stomaco è un disturbo comune, ma non va sottovalutato. Conoscere i sintomi, adottare le giuste abitudini e, se necessario, affiancare il tutto con rimedi naturali efficaci può fare davvero la differenza. Quando i segnali diventano persistenti, è sempre consigliabile rivolgersi a un medico per una diagnosi precisa e una cura personalizzata.
Bibliografia
https://www.healthline.com/health/how-strong-is-stomach-acid#causes-of-acid-fluctuations
https://www.msdmanuals.com/it/casa/disturbi-digestivi/gastrite-e-malattia-ulcerosa-peptica/gastrite